I trasporti nel Nordest nell’anno della pandemia: crollo del traffico passeggeri, la ripresa dei flussi sarà lenta e incerta

COMUNICATO STAMPA | Venezia, 9 marzo 2021
Il mondo è stato trasformato dall’emergenza Covid. Tra i settori più colpiti, da un contesto di caos ed incertezza, ci sono la logistica e i trasporti che si sono trovati a dover fronteggiare una situazione quasi del tutto sconosciuta. Nel 2020 gli effetti delle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione del Covid hanno prodotto una caduta dell’attività industriale, commerciale e turistica unica nella storia, intaccando pesantemente la domanda di spostamenti di passeggeri e merci. Le attività nei centri logistici hanno subito modifiche e variazioni portando ad un miglioramento delle procedure di sicurezza, ma aggravando i costi degli operatori della logistica e delle spedizioni. Nell’ambito delle attività dell’Osservatorio sui trasporti, le infrastrutture e la logistica del Nordest (TRAIL Nordest trail.unioncamereveneto.it), Unioncamere del Veneto fornisce una fotografia sui flussi di traffico dell’anno appena concluso: tutte le modalità di trasporto mostrano cifre in rosso, anche se con valori diversi. Il crollo del traffico passeggeri va da un terzo della mobilità autostradale a tre quarti per il mare e l’aereo. Diverso il quadro delle merci, le cui variazioni negative risultano più contenute, sebbene eccezionali. In particolare, nel 2020 in Veneto si evidenzia una rete autostradale con una marcata contrazione del traffico leggero più di quello pesante, i porti hanno accusato un quasi azzeramento dei passeggeri e un calo dei volumi di merce movimentata, il settore container invece ha risento meno della crisi, gli aeroporti hanno accusato la perdita dei passeggeri internazionali, mentre gli interporti hanno visto un calo contenuto dell’attività.

I dati che abbiamo registrato – spiega Pozza – sono preoccupanti poiché in alcuni nodi infrastrutturali il traffico è tornato ai livelli di 25 anni fa. La ripresa dei flussi di passeggeri e merci sarà lenta e dipenderà molto dalle politiche sanitarie del nuovo Governo, nonché dall’incidenza di altri fattori quali il lavoro da remoto, la didattica a distanza e l’e-commerce. Inoltre, è emersa una certa diffidenza nell’utilizzare le modalità di trasporto collettive rispetto agli spostamenti individuali su strada, poiché considerate meno “sicure”, nonostante l’attuazione delle linee guida anti-contagio. Dobbiamo essere pronti – riferisce Pozza – a fronteggiare queste nuove tendenze. Il Sistema Camerale con la collaborazione di Uniontrasporti sta analizzando gli impatti sull’economia delle opere infrastrutturali ferme o in attesa di realizzazione. Auspichiamo inoltre il veloce avvio dei cantieri in aree già oggetto di evidenti criticità soprattutto nel Bellunese (S.S. 51 Alemagna) e nel tratto autostradale a due corsie di marcia dell’Autostrada A4 tra S. Donà di Piave e Portogruaro, oltre al superamento delle limitazioni alla circolazione sull’asse del Brennero”.

“Nelle scorse settimane abbiamo avuto un incontro molto proficuo con il presidente di Autovie Venete Maurizio Paniz nel corso del quale abbiamo condiviso priorità e criticità. Vi è stata una totale sinergia di vedute e la volontà di continuare sulla strada del dialogo e del confronto con l’obiettivo di portare sul territorio risorse e migliorare le nostre autostrade anche dal punto vista della sicurezza stradale. In particolare abbiamo affrontato il tema dell’allargamento della terza corsia e la creazione di altri svincoli come, per esempio, il casello di San Michele al Tagliamento che permetterebbe di alleggerire la viabilità del territorio e soprattutto garantire ai 6 milioni di turisti che vengono nel litorale di arrivare rapidamente nelle località scelte senza finire intasati nel traffico. Serve da parte del Governo un’attenzione particolare sui nodi autostradali del Nordest e un cronoprogramma degli investimenti e dei finanziamenti in grado di assicurare le opere in tempi certi non dimenticando che abbiamo alle porte le Olimpiadi di Cortina e che”.

Per quanto riguarda il traffico autostradale, i dati relativi al 2020 non sono ancora disponibili, tuttavia si presume un drastico calo dei flussi, soprattutto di mezzi leggeri in tutta la rete monitorata. Solo nei primi sei mesi del 2020 nella rete autostradale italiana il traffico leggero è diminuito marcatamente del 43,2%, più di quello di pesante (-20,8%).

Il Covid ha condizionato notevolmente anche gli equilibri del commercio marittimo mondiale ma il mare rimane protagonista degli scambi commerciali e rappresenta il principale veicolo dello sviluppo del commercio internazionale. I principali porti dell’Alto Adriatico (Venezia e Trieste), sebbene abbiano mantenuto l’operatività durante tutto il periodo di emergenza sanitaria, hanno accusato un calo dei volumi di merce movimentata, mentre il settore container ha risento meno della crisi. In particolare, il porto di Venezia nel 2020 ha perso complessivamente 2,5 milioni di tonnellate (-10,3%), ma al netto del carbone, che sconta decisioni afferenti al graduale abbandono da parte dell’Italia di questa fonte energetica in continuità con i principi stabiliti dalla Strategia Energetica Nazionale, la flessione dei traffici del porto veneziano risulta del -6,3%. Il calo del settore container (oltre 64 mila TEU persi, -10,8%) è motivato in parte dalla decisione di molte compagnie di ridurre l’offerta di stiva anche attraverso un incremento del blank sailing riconducibile all’andamento economico connesso all’emergenza sanitaria e in parte dall’abbandono della linea diretta con il Far East che l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale intende recuperare nel più breve tempo possibile attraverso una importante operazione di escavo manutentivo, già avviata, del canale Malamocco-Marghera. I servizi feeder attivi presso il porto di Venezia hanno permesso di limitare la perdita di tale traffico connesse all’operatività della linea diretta con il Far East. In drastico calo il traffico passeggeri dei traghetti (-76%), mentre il traffico crocieristico è rimasto praticamente fermo nel 2020 (-99,6%) con solo 5.600 passeggeri rispetto agli oltre 1,6 milioni dell’anno precedente. Il porto di Trieste ha invece perso complessivamente 7,8 milioni di tonnellate (-12,7%) rispetto al 2019, calo ascrivibile alla performance negativa delle rinfuse liquide (in particolare del petrolio per il crollo della domanda iniziata con il Covid), ma ha registrato una sostanziale tenuta dei container con un -2%.

Con lo scoppio della pandemia, il traffico aereo ha registrato un radicale calo rispetto al 2019. Il calo ha riguardato il numero di passeggeri trasportati, ma anche i movimenti totali e i voli cargo adibiti al trasporto merci. Si pensi che il Polo aeroportuale del Nord Est (Venezia, Treviso, Verona e Brescia) ha chiuso il 2020 con un calo complessivo dei passeggeri del -76,8% rispetto all’anno precedente, risentendo soprattutto della diminuzione della componente internazionale. Il settore cargo ha registrato invece una flessione più contenuta (-15,4%), grazie all’attività di spedizionieri e corrieri. Nello specifico nel 2020 l’aeroporto di Venezia ha perso il -75,8% dei passeggeri e il -63,9% dei movimenti aerei su base annua. Meno drammatico il settore delle merci con un calo del -36%. L’aeroporto di Treviso ha perso -85,8% dei passeggeri e il -82,3% dei movimenti aerei. I voli commerciali hanno operato fino a circa metà marzo. Lo scalo di Verona, che è rimasto chiuso durante il lockdown dal 13 marzo al 15 giugno, ha perso il -71,4% dei passeggeri e il -64,8% dei movimenti aerei. Anche il settore delle merci ha registrato un calo significativo (-77,6%). Con un’inversione storica, il primo mercato dello scalo è stato quello domestico, che ha pesato per il 59% sul traffico totale, a fronte di un 37% nel 2019. Infine, l’aeroporto di Brescia ha confermato la sua vocazione di scalo cargo, gestendo complessivamente oltre 39 mila tonnellate di merce, con una crescita del +28% rispetto al 2019, determinata in particolare da un potenziamento dell’attività di DHL e Poste Italiane, conseguente anche alla capillare intensificazione del commercio online.

Nel 2020 gli interporti hanno pagato il lockdown, ma avendo garantito il servizio operativo in maniera continuativa, è stato possibile contenere il calo dell’attività. Nonostante la pandemia, nel 2020 nell’interporto di Verona il Covid ha inciso, ma con una decrescita limitata ad un -9% rispetto al 2019. Anche l’interporto di Padova ha garantito continuità di servizio anche nei momenti più difficili dell’emergenza e è risultata particolarmente significativa la crescita dei TEU movimentati, che sale del +13,7% rispetto al 2019.

“Le sfide da affrontare per il futuro sono e saranno, quindi, numerose e complesse – conclude il Presidente Pozza. Occorre ripartire da alcuni punti fermi: attuare una spinta alla digitalizzazione dei processi logistici, ridurre drasticamente la burocrazia che rallenta gli investimenti infrastrutturali e lavorare sul rafforzamento dei nodi infrastrutturali in chiave di attrazione di investimenti manifatturieri. Inoltre, studi ed indagini statistiche recenti dimostrano come l’emergenza sanitaria abbia modificato e modificherà le abitudini, l’organizzazione del lavoro, la mobilità di merci e passeggeri, i processi produttivi delle imprese e delle attività. È uno scenario inedito e non programmato ma che il sistema camerale del Veneto è pronto ad affrontare con progetti, risorse e soluzioni innovative ed eccezionali. Per questo dobbiamo essere molto accorti, sostenendo a dovere i settori colpiti dalla crisi, ripensando strutturalmente le cose che non vanno e ripartendo più forti di prima”.