Macroarea Lombardia-Veneto-Emilia Romagna: Pil +1,2% nel 2015

Milano, 26 maggio 2015 – Nel 2015 per il PIL della macroarea, che comprende le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, e rappresenta il 40% della ricchezza complessiva nazionale, è prevista una crescita dell’1,2% rispetto allo 0,7% dell’Italia. E’ quanto emerge dall’analisi per la prima volta realizzata congiuntamente dalle Unioni regionali delle Camere di Commercio delle tre regioni – utilizzando i dati regionali di fonte Prometeia sugli “Scenari delle economie locali” – e presentata in occasione della prima riunione congiunta delle Giunte delle tre Unioni regionali a suggello del Protocollo di collaborazione sottoscritto in tema di monitoraggio dell’economia, supporto all’internazionalizzazione e sviluppo della progettazione europea.

Sulla base di quanto emerge dall’analisi, sembra quindi confermarsi l’uscita dalla recessione ed il rafforzamento dell’economia: dopo un’inversione di segno già dal2014, inparticolare per Lombardia ed Emilia-Romagna, per il 2015 si stima una crescita più ampia che colloca le tre regioni ai primi posti: l’incremento del PIL risulta dell’1,3% per la Lombardia e dell’1,1% per Veneto ed Emilia-Romagna. Nel quadro di un diffuso rafforzamento della crescita nel biennio 2016-2017, la macroarea manterrà la sua leadership a livello nazionale con un incremento del 2% per il 2016 e dell’1,8% per il 2017.

«I dati di fonte Prometeia se da un lato ribadiscono l’importanza della macroarea rappresentata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dall’altro confermano che il passo più spedito di queste regioni rispetto al resto del Paese rimane zavorrato da fattori interni che ne limitano la crescita – commenta Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto -. Pensare di poter migliorare il nostro Pil in assenza di maggiori consumi è quanto meno utopico, ma è altrettanto chiaro che, se si continua a parlare di aumento delle accise e dell’Iva per recuperare buchi non previsti, i consumi non solo non aumenteranno ma sono destinati a contrarsi. Per consolidare la ripresa non resta dunque che un atto di coraggio da parte del Governo: mettere mano alla spesa pubblica improduttiva».

Il comunicato stampa congiunto