CS: Commercio, consumi ancora fermi: -0,3%

Venezia, 2 settembre 2014 – Nel secondo trimestre 2014, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura condotta su un campione di 1.046 imprese con almeno 3 addetti, le vendite al dettaglio hanno registrato una flessione del -0,3% (era -0,5% nel trimestre precedente) rispetto allo stesso periodo del 2013.

In diminuzione i prezzi di vendita (-0,2%) rispetto all’aumento dello scorso trimestre (+0,5%) con variazioni più marcate per il commercio al dettaglio non alimentare (-1%), mentre crescono quelli del commercio al dettaglio alimentare (+0,8%) e supermercati, iper e grandi magazzini (+0,2%). Gli ordinativi hanno segnato una dinamica negativa con una variazione del -1,3% (-1,2% nel trimestre precedente) su base annua riguardando soprattutto il commercio al dettaglio non alimentare (-2,8%), seguito da supermercati, ipermercati e grandi magazzini (-0,5%). In aumento gli ordinativi nel commercio al dettaglio alimentare (+1,3). Sotto il profilo dimensionale, medie e grandi superfici sono calate del -1,4%, le aree di piccola dimensione del -1,2%. L’occupazione, già in flessione nello scorso trimestre (-0,4%), ha registrato un’ulteriore contrazione del -1,6%. Peggiora in maniera marcata il clima di fiducia degli imprenditori per i prossimi tre mesi. Il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione degli ordini e del volume d’affari è rispettivamente di -23,2 punti percentuali e di -21,3 p.p. (contro il -15,3 p.p. e -8,7 p.p. del trimestre precedente). 

Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto:
«Se 2.352 chiusure in sette mesi vi sembrano poche…». Apre con un’amara constatazione il suo ragionamento sulle vendite al dettaglio il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio. «Certificare che ogni giorno 11 imprese del commercio chiudono significa certificare che un pezzo di economia, ma spesso anche di cultura e tradizione, se ne sta andando forse definitivamenteDiventa pertanto assolutamente indispensabile attuare tutte quelle iniziative in grado di uscire da una situazione di profonda recessione che adesso deve anche confrontarsi con la deflazione e che, purtroppo, gli 80 euro di Renzi non hanno contribuito a mitigare, visto che da una parte si dava alle famiglie ma dall’altra, complice una tassazione locale ormai fuori controllo, si toglieva e con gli interessiCome gli 80 euro, per i motivi che abbiamo detto, non hanno sortito gli effetti sperati, così si rischia che l’azione nei confronti delle Camere di Commercio, soprattutto per un territorio come il nostro che le ha viste e le vede protagoniste a sostegno delle imprese, finisca per togliere senza nulla dare. Il governo Renzi deve rendersi conto che i tagli indiscriminati, così come i sostegni a pioggia, sono un cliché da “prima repubblica”. Se veramente vuole cambiare deve saper incentivare chi va incentivato e deve tagliare ciò che va tagliato. “Svuotare” le Camere di Commercio per poi magari inglobarne i “gioielli” significa azzerare un’economia che, proprio perché può contare su una rete consolidata qual è l’apporto positivo del sistema camerale, ha tutte le carte in regola per potersi riprendere e, con esso, far riprendere il Paese. Purtroppo, pur essendo io favorevole alle riforme, non posso non osservare che da quando è passato il decreto legge, il silenzio è calato quasi che il problema fosse solo e soltanto il diritto camerale. La riprova di un populismo buono per tutte le stagioni».

 

Il comunicato stampa integrale

La nota informativa

Il sito VenetoCongiuntura